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Guida pratica alla sopravvivenza ai tempi dell’Idiocrazia.

27 Aprile 2018 Guide Idee e Attualità


Je suis l’Empire à la fin de la décadence, qui regarde passer les grands Barbares blancs en composant des acrostiches indolents d’un style d’or où la langueur du soleil danse.” Paul Verlaine

Ricordate vero il film Idiocracy? Beh, quella che nel 2006 era solo  la sarcastica trama di un film comico, oggi appare quale inesorabile realtà. Da questa evidenza discende dunque l’esigenza di elaborare una guida pratica alla sopravvivenza ai tempi dell’Idiocrazia.

Nel corso degli anni abbiamo assistito ad un montare della stupidità che non ha eguali nel corso della plurimillenaria storia delle civiltà. Per questo motivo prima di stilare una guida valida, che consenta di sviluppare al meglio le capacità di resistenza degli individui ancora integri, corre l’obbligo di analizzare i diversi e plurimi fenomeni che hanno segnalato e segnalano la decadenza sociale (decadenza trasversalmente intesa, che attanaglia qualsiasi ceto sociale).

Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità. Sull’universo non sono sicuro.Albert Einstein

Attenzione però, in questa trattazione non mi soffermerò ad analizzare la stupidità quotidiana dei ceti subalterni (se non per grandi linee e sempre in riferimento alle conseguenze politiche che essa comporta) o del singolo, cittadino medio, che, come ognuno di noi, può essere stupido in determinate cose o circostanze e intelligente in altre, perché una guida per questo tipo di stupidità sarebbe altrettanto stupida e certamente inutile (si veda la celeberrima massima di Einstein su riportata n.d.r.). Per essere ancora più chiaro: non parlerò di isole dei dementi, di grandi fardelli, di uomini e donne o amici defilippici vari, di meme o di bulli (se non, incidentalmente, per una singola questione che impone tale argomento), di palloni, pallonari e raccattapalle, di youtubers, influencers, no vax e post sui social vari ed eventuali con sfide e “giochi” di ruolo più o meno idioti e più o meno letali.

Qui mi soffermerò a parlare di quella specifica “branca” della stupidità, collettiva (e non) che implica un danno collettivo, sovente reiterato, a livello socio/politico; branca che potremmo “scientificamente” denominare “IDIOCRAZIA“. Per questa specifica e funesta sotto-categoria della stupidità è possibile, in certo grado, prevedere conseguenze, analizzare meccanismi e, dunque, predisporre delle contromisure.

Quando e dove si sviluppa principalmente il fenomeno

Sul “quando” ci vengono incontro diverse ricerche scientifiche di tutto rispetto, fra le quali cito quella pubblicata nel 2012 dalla rivista specializzata Trends in Genetics e condotta dai ricercatori della californiana Stanford University sotto la supervisione del prof. Gerald Crabtree. Secondo quest’ultimo – sottolineiamo che Crabtree ha ricostruito le possibili mutazioni del nostro corredo genetico attraverso varie epoche – l’impoverimento delle capacità intellettive sarebbe iniziato appena 3 mila anni fa; dopo aver raggiunto l’apice all’epoca della Grecia classica (quella della democrazia diretta di Pericle ed Efialte per intenderci) , si è giunti poi una lenta ma inesorabile parabola discendente.

Riporto di seguito alcune sue illuminanti dichiarazioni:

Sono pronto a scommettere che se un cittadino medio di Atene del 1000 avanti Cristo comparisse tra noi, lui (o lei) verrebbe considerato la mente più brillante e vivace tra i nostri amici e colleghi. Saremmo sorpresi dalla sua memoria, dalla portata delle sue idee, dalla sua visione chiara su tutte le questioni importanti. Sarebbe anche, probabilmente, la persona più equilibrata tra i nostri conoscenti. La stessa cosa potrei dirla per qualsiasi abitante dell’Africa, dell’Asia, dell’India o dell’America di quella stessa epoca. 

Lo sviluppo delle nostra abilità intellettuali e l’ottimizzazione di migliaia di geni legati all’intelligenza, probabilmente, si verificò in alcuni gruppi di individui, che vivevano prima dell’epoca in cui i nostri antenati vennero fuori dall’Africa.

Se un cacciatore-raccoglitore non riusciva a risolvere il problema di come trovare cibo, moriva e con lui tutta la sua progenie; oggi, invece, un manager di Wall Street che fa un errore riceve un cospicuo bonus e diventa un maschio più attrattivo. Chiaramente, la selezione naturale non è più così estrema. In rapporto all’uomo di qualche migliaio di anni fa, la nostra intelligenza è sicuramente più debole; per fortuna, la società è invece abbastanza forte da contrastare l’effetto.

Il corollario di questo studio, in sintesi, sarebbe che l’anarchia di stampo individualista sia più sana della democrazia diretta e di gran lunga preferibile ad un regime di democrazia rappresentativa.

Molto più complesso del “quando” è il “dove”; non possiamo certo procedere a sensazione per indicare i luoghi più colpiti da “idiocrazia” (certo sarebbe facile se ci lanciassimo in considerazioni su Trump, Kim Jong Un, Putin, Macron, May, Gentiloni etc., ma non possiamo farlo). Ci possono venire incontro però alcuni parametri più o meno oggettivi provenienti da altri diversi studi scientifici e classificazioni; media QI per nazioni, indici d’ignoranza, la classifica di felicità per Nazioni, la classifica dei paesi più ricchi, quella degli studenti più intelligenti, quella delle intelligenze immigrate all’estero, quelle sui crimini e sulle violenze, sulle superstizioni, sull’inquinamento, indice della pace globale, libertà di stampa (ultima statistica diffusa proprio oggi) etc.

In Italia

Corruptissima republica, plurimae leges. (III, 27) Publio Cornelio Tacito

Come facilmente intuibile, le statistiche più recenti per il nostro paese sono impietose su tutti i fronti (ho riportato nei link le statistiche più significative ed aggiornate, da fonti ufficiali o riprese dai principali quotidiani italiani).

Ad aggravare la situazione “idiocratica” dell’Italia la sua peculiare situazione burocratica,  talmente lenta e farraginosa da essere risultare fra le peggiori d’Europa. In questo preciso momento storico la politica italiana si ritrova ad essere debolissima, ostaggio dell’antipolitica più irrazionale e demagogica, di centri di potere (società di consulenza digitale, meetup, cerchi magici, improbabili entourage etc.), amministrativi e giudiziari che la svuotano di ogni concreta capacità decisionale.

Pecunia non olet  – Parte I

AppleMark

Le istituzioni “democratiche” di questo paese iniziano a vacillare a partire dal 1992, coi fatti noti a tutti (Mani Pulite etc.), con la caduta del Pentapartito che aveva guidato la Nazione senza soluzione di continuità dal dopoguerra al 91/92 e con l’avvento di Silvio Berlusconi ed il suo improvvisato (neanche troppo) movimento Forza Italia. Questo signore, imprenditore televisivo e palazzinaro, nonché parvenu dal forte charme, riuscì a sdoganare la destra missina (M.S.I./A.N.) al governo (fino ad allora il partito del fu Almirante e del delfino Fini era sempre rimasto in naftalina, all’opposizione) e spazzare ciò che restava della sinistra (il P.C.I.) dopo la disfatta giudiziaria del P.S.I. agitando, ad oltre un decennio dal crollo del muro di Berlino, lo spauracchio del comunismo. In quegli stessi anni si affacciava sulla scena politica un altro nuovo partito, la Lega Nord di Bossi, secessionista e dai tratti fortemente eversivi, alleata al nord del paese proprio con Berlusconi.

Il signor B. e i suoi gregari (Fini, Bossi, Casini) governarono il paese – salvo alcune parentesi –  per circa un ventennio. Il primo governo guidato da B. durò in realtà pochi mesi, dal 10 maggio del 1994 al  17 gennaio 1995, per la rottura con la Lega Nord, per le indagini dei magistrati del pool di Milano e per le manovre dell’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Dopo ci fu una prima parentesi di Governo Prodi – dal 17 maggio 1996 al 21 ottobre 1998 – con la comparsa dell’Ulivo. Crebbero però ben presto le promesse, con tanto di “Contratto con gli italiani” in diretta sul primo canale della Televisione Pubblica (mutuato dai Repubblicani americani che lo impiegarono nella campagna elettorale del 94), e la coalizione di B. si rinfoltì arrivando a contare ben 7 sigle (FI, AN, LN, CCD, CDU, NPSI, PRI).

Berlusconi vinse a mani basse costituendo il governo più longevo dell’intera storia repubblicana (il secondo dall’unità, superato da quello di Mussolini). Tale coalizione governò dal 10 giugno 2001 al 23 aprile 2005, con una coda di governo Berlusconi III dal 23 aprile 2005 al 17 maggio 2006. Dal 17 maggio 2006 all’8 maggio 2008 ci fu una seconda parentesi di governo di sinistra con Romano Prodi con nuove pedalate, nuovi camper, vecchio Ulivo e solite logore strategie acchiappavoti come l’inserimento di sigle richiamanti improbabili leghe nord di sinistra, altri repubblicani, democratici di sinistra per il meridione etc. Anche questa coalizione tuttavia, oltre a non portare a termine nulla di ciò che aveva presentato nel suo programma, viene licenziata per l’intervento della magistratura, questa volta sull’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella (nonché capo politico dell’UDEUR) costretto a dare le dimissioni.

Dal 7 maggio 2008 al 16 novembre 2011 abbiamo il IV governo Berlusconi; ai soliti saltafossi si uniscono i “responsabili” e l’MpA di Raffaele Lombardo. Il governo questa volta cade (ufficialmente) sotto i colpi delle speculazioni finanziarie internazionali conseguenti alla crisi economica, per le pressioni dell’UE e del fondo monetario internazionale e, soprattutto, per il venir meno della fiducia e quindi dei numeri in parlamento per sorreggere la maggioranza. Le manovre dell’allora presidente della repubblica Giorgio Napolitano (ora paziente di terapia intensiva in un ospedale romano in seguito ad un intervento all’aorta) portarono il rettore dell’università privata Bocconi, presunto esperto d’economia, Mario Monti prima ad essere nominato Senatore a vita (ancora oscuri i meriti per cotanto onore) e poi ad essere nominato Primo Ministro. Il resto è fuffa  dei giorni nostri, non merita una sintesi, se non un richiamo alla repentina ascensa ed altrettanto rapida discesa dell’homo novus della sinistra, Matteo Renzi, un figurino dall’aria bonaria, docile e mansueta che ha imparato la lezione dal Berlusca (anche imitandolo), che si è fatto preparare discorsi (da ghostwriters retorici e melensi) di cui probabilmente non afferrava neanche il senso.

Di Berlusconi resta oggi poco più che il ricordo degli innumerevoli successi politici; ha, ad esempio, finanziato numerosi posti di lavoro, fra i quali, i più illustri sono quelli di Marco Travaglio, Michele Santoro, Sabina Guzzanti, Nanni Moretti, Paolo Sorrentino , Toni Servillo, Mariano Apicella e le olgettine.

Pecunia non olet – Parte II

Grillo negli anni 80 non disdegnava la TV di Berlusconi! Questa copertina, che è la numero 13 del 1981 di TV Sorrisi e Canzoni, è in vendita su EBAY al prezzo di 15 Euro.

Tre Blog ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende, Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra, Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende, Uno per l’Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra nera scende. Un Blog per domarli, Un Blog per trovarli, Un Blog per ghermirli e nel buio incatenarli, Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra cupa scende.

Come dicevamo, la frustrazione per i fallimenti dei vari schieramenti, i violenti scontri politici e le reciproche delegittimazioni fra gli schieramenti, fanno montare (non senza ragioni) già dai primi anni del 2000 una forte ondata di antipolitica.

A cavalcare quest’onda è per primo Beppe Grillo, un comico in decadenza, che, allontanato in varie fasi dalla TV che conta, è passato dallo spaccare computer con  delle mazze (per dimostrare l’inutilità della rete) nei suoi spettacolini in giro per locali e teatri di dubbio gusto, ad aprirsi un blog di grido nel 2005. A convincerlo ad intraprendere questo passaggio “epocale” da distruttore a fruitore e divulgatore di contenuti dalla “rete” è un attempato ed oscuro maneggione milanese rispondente al nome di Gianroberto Casaleggio il quale, l’anno precedente, aveva fondato insieme al figlio Davide la Casaleggio Associati s.r.l.

Da principio Grillo la tocca piano (la politica n.d.r.), occupandosi più che altro della questione TAV nella Val di Susa, favorendo così l’incremento di visite di uomini vagamente di sinistra e provenienti dal nord Italia. Principia a cavalcare ogni fatto di cronaca e, soprattutto, a diffondere le teorie dei complottisti; fra i primi casi ricordiamola vicenda Tetra Pak e l’utilizzo di un particolare inchiostro poi rivelatosi non dannoso per la salute. Ha cavalcato con gioia tutte le paure alimentari legate alla Mucca Pazza, all’influenza aviaria, passando per gli OGM e i polli all’arsenico, le scie chimiche etc., fino ai vaccini. Pian pianino inizia ad intensificare i suoi post politici, attaccando a destra e a sinistra (sorgono rubriche come “Braccia rubate al lavoro: personaggio politico di turno, in cui vengono inclusi Prodi, D’Alema, Rutelli etc.), dallo “psiconano” Berlusconi al “mortadella” Prodi. Chiede le dimissioni dell’allora Governatore della Banca d’Italia; Fazio è stato costretto a dimettersi il 19 dicembre 2005 per lo scandalo legato ad Antonveneta. Inizia a speculare sulla legge elettorale, lancia campagne per un “Parlamento pulito” sull’International Herald Tribune. In buona sostanza sfrutta la potenza di internet per rinverdire il suo repertorio, ormai logoro da un decennio di ripetizioni nelle sale teatrali (sempre più vuote).  Mentre  inizia la sua subdola operazione da guru del 2000, sparando a zero su tutto e su tutti, seminando il panico con la sua disinformazione pseudo-scientifica, dicendo tutto ed il contrario di tutto (un giorno attacca la stampa perché dà più spazio alla violenza sessuale perpetrata da un uomo di colore ai danni di una donna italiana rispetto allo stesso tipo di violenza perpetrata da italiani su italiane e il giorno dopo si lamenta perché non si parla a sufficienza del proliferare di attività cinesi – i cinesi pronti ad invaderci! – che non pagano le tasse e stanno in clandestinità), nessuno gli dà il giusto peso.

Egli adesso sa! Sa che un blog non costa nulla, mentre prendere un libro in biblioteca o un giornale in edicola è troppa roba!

La stampa lo ignora, trattandolo come un fenomeno marginale, i politici lo accusano di seminare discordia ma la loro credibilità è ormai compromessa. Sono stato uno dei pochi, modestamente, ad individuare sin da subito il potenziale pericolo di Grillo e del suo blog. Già nel 2005 lanciava slogan accattivanti, utilizzava appellativi nuovi ed attraenti per la politica, come “dipendenti” in luogo di deputati, senatori, onorevoli, presidenti etc., parlava già di cittadini attivi e, soprattutto, lanciava l’idea di una democrazia diretta simile a quella della vicina Svizzera. Nel mentre Casaleggio sfrutta altri suoi siti per condurre l’utente sul blog di Grillo e incrementa così il numero di accessi sulla sua pagina. Il blog ingrana per bene, tanto da divenire, ad un certo punto, uno dei blog più visitati al mondo. Fioccano verdoni, case, terreni; l’antipolitica diventa un business particolarmente redditizio. Il duo Grilleggio sembra avere appreso bene la lezione di Carlo Cipolla e del suo Allegro ma non troppo (di cui sopra trovate un grafico); sa che in Italia prevalgono le tre categorie peggiori (Sprovveduto, Stupido e Bandito) e vuole proporsi come “Intelligente” (pur appartenendo, a tutti gli effetti, alla categoria Bandito). Accanto al Blog beppegrillo.it Casaleggio affianca siti che fungono da aggregatori di notizie (in cui vengono riportate tutte le teorie complottiste, fatte passare per oro colato) principalmente per vendere spazi pubblicitari; i più noti fra questi “satelliti” che ruotano intorno al pianeta “Grillo” sono Tze Tze, La Fucina, La Cosa. Questi siti funzionano grazie ai titoloni  dai toni allarmisti, in modo da spingere il lettore a cliccare; così, giusto per fare un paio di esempi, tre casi di intossicazione da tonno diventano “Allarme: non mangiatelo assolutamente potrebbe uccidervi”, oppure il ricovero di Vittorio Sgarbi per una colica si trasforma in “Sgarbi, tragica notizia pochi minuti fa”. Ben presto oltre a diventare il fulcro, il cuore della disinformazione italiana, questi siti di balle e di distopie ridicole varie vengono anche infarciti di contenuti civetta che richiamano gli sprovveduti utenti sul blog di Grillo.

Casaleggio fa soldi a palate, spuntano terreni e ville come funghi.

Siamo giunti al 2009, è tempo di fare un ulteriore balzo in avanti, è tempo di fondare un partito e utilizzare come base gli assidui frequentatori del salotto virtuale grillino; ormai sono pronti, gli argomenti su cui battersi gli sono stati inculcati per mesi e mesi, le parole chiave, le “nuove parole della rivoluzione digitale” anche: cittadini, dipendenti, onestà, vaffanculo. L’esercito di orchi di Mordor è pronto, da troppo tempo il fuoco covava sotto le ceneri delle terre di Sauron. Dopo un fallito tentativo di scalare il PD tramite primarie, Grillo e Casaleggio fondano a Milano, il 4 ottobre di quell’anno, il MOVIMENTO CINQUE STELLE, per cittadini a cinque stelle! Daje di portali Rousseau, daje di primarie, parlamentarie, quirinarie e anche il rampollo Davide si riempie le saccocce di quattrini.

Siamo arrivati ai giorni nostri, i tanti “talenti” della gioventù grillina, fieri tesserati del partito, incensurata progenie della nuova Italia direttamente democratica, cittadini a cinque stelle, emergono dall’oblio.

Ora è il turno di Gigino Di Maio. Il suo cursus honorum è tutto dire: sceglie dapprima la facoltà di ingegneria per poi trasferirsi a giurisprudenza dell’Università di Napoli Federico II, senza completare gli studi. Giornalista pubblicista dal 2007, ha lavorato per un breve periodo come webmaster e come steward allo stadio San Paolo per poi lanciarsi in politica candidandosi nel Movimento 5 Stelle. Oggi, dopo svariati anni di parlamento, si proclama il nuovo ( che avanza) e vuole fare il premier.

Ma non preoccupatevi, perché forse siamo… salvini

Matteo Salvini è un caso più complesso rispetto a Gigino. Ricordate la Lega che ce l’aveva duro? Quella delle ampolline etc.? Quella spazzata via insieme al Trota e a tutta la scandalosa progenie del Senatur Umberto Bossi? Ecco dimenticatela, perché se è vero che Salvini ha scalato tutte le tappe in quel contesto lì, è anche vero che con un colpo di ramazza ha spazzato via tutto per ricostruire. Ma seguiamo un po’ la sua biografia: nasce a Milano da genitori milanesi, figlio di un dirigente d’azienda e una casalinga. Nel 1985, a 12 anni, partecipa a Doppio slalom condotto da Corrado Tedeschi su Canale 5 e nel 1993, a 20 anni, a Il pranzo è servito condotto da Davide Mengacci, all’epoca in onda su Rete 4.
Salvini frequenta il Liceo Classico “Alessandro Manzoni”, dove si diploma nel 1992. Si iscrive quindi al corso di laurea in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Milano, per poi passare l’anno dopo al corso di laurea in Scienze Storiche e fermandosi infine a cinque esami dalla laurea. Nel 2008 dichiara che sarebbe arrivata «prima la Padania libera della mia laurea».
In gioventù frequenta il centro sociale Leoncavallo, che influenza fortemente il suo orientamento politico: da lì in poi si schiererà con le correnti di estrema sinistra della Lega, tra cui in particolare ricordiamo il fatto di essere stato fondatore e leader dei Comunisti Padani.

Oggi siamo messi talmente bene che questo signore dai modi pacati e dal linguaggio forbito è uno dei leader più credibili e apprezzati insieme al sopracitato Giggino.

L’amore fra i due capi populisti sembra essere agitato, tormentato; la coppia ha dovuto fare ben presto i conti col terzo incomodo, il “reggente” pidiota  (termine coniato dai grillini, notoriamente amanti del PD) Maurizio Martina . Eh no, il triangolo non era stato considerato!

Comunque vada, tutti loro sanno che non dovranno rispondere di nulla, che programmi e promesse stanno lì, nero su bianco, solo come aria fritta, che il loro è solo un grande spettacolo e che lo spettacolo deve pur sempre continuare.

Di Maio, per non fare infuriare troppo i propri elettori ma cercando di preservare la poltrona, escogita la strategia del “contratto” coi partiti che dovrebbero sostenere un governo a base M5S, prima la Lega e ora il tanto amato PD; la novità? In questo fantomatico contratto è sparito il “reddito di cittadinanza”, cavallo di battaglia grillino durante la campagna elettorale.

Ma Di Maio, più di Berlusconi, di Renzi e di Salvini, ha timore dei suoi “compagni” Fico e Di Battista, che in caso di insuccesso potrebbero facilmente rimpiazzarlo (a meno che Di Battista non preferisca continuare a pubblicare libri per la casa editrice di Berlusconi)

Ma i problemi dell’Italia non finiscono qui

In un paese in cui il 57% della popolazione non ha mai letto un libro, come abbiamo precedentemente accennato, anche i quotidiani cartacei (e non) non è che vadano propriamente a ruba. In un contesto del genere non è sorprendente che la gente preferisca affidarsi a Grillo e Barbara d’Urso per tenersi informata.

Ma anche andando a pescare, coraggiosamente, uno qualsiasi dei quotidiani nazionali più in voga, difficilmente si troveranno notizie verificate e opinioni autorevoli. Le autorevoli penne del bel paese, in ordine sparso, sarebbero Corrado Augugias, Gian Antonio Stella, Claudio Cerasa, Francesco Merlo, Maurizio Belpietro, Alessandro Sallusti, Piero Sansonetti, Vittorio Feltri, Ferruccio De Bortoli, Marco Travaglio, Peter Gomez, Michele Serra etc.?

Di molti di questi signori conosciamo bene gli innumerevoli svarioni, la faziosità, il pressapochismo. Anche qui un giornalismo strillato, di bassa lega, sensazionalista, pieno di errori sia di contenuto sia formali. Il peggio è che si mettono a ragionare di problematiche superflue quando ci sarebbe da trattare temi seri, analizzare situazioni nuove ed inesplorate e quando si occupano di tematiche serie lo fanno senza essere realmente sul pezzo, senza conoscere l’argomento di cui trattano.  Voglio portare un solo esempio ma eclatante, proprio dell’ultimo nominato nella mia lista.

Qualche giorno fa ha suscitato clamore la rubrica “L’Amaca” di Michele Serra di cui vi riporto la copia circolante in rete:

Ora, tralasciando i toni ridicoli pamphlet dell’800, quest’articolo d’opinione non è altro che un ‘accozzaglia di pregiudizi, ignoranza e falsità vera e propria. Le ultime statistiche ISTAT ci dicono infatti che sono proprio i liceali quelli maggiormente colpiti dal fenomeno del bullismo, seguiti dagli studenti degli istituti professionali e solo dopo  da quelli degli istituti tecnici. Cos’ha fatto questo signore? Ha preso l’ultimo caso eclatante, avvenuto proprio in un istituto tecnico, l’ha gonfiato oltremodo senza verificare statistiche e senza entrare veramente nel fenomeno ma solo per parlare d’altro, per prendere di mira i poveri ceti subalterni (sbagliando oltretutto mira) che non hanno votato PD. Ha infarcito queste quattro righe di luoghi comuni e citazioni errate (la mala educacion è un film che parla di pedofilia, ma è evidente che questa persona parla sempre di cose che non conosce e non ha visto) solo per sfoggiare una cultura che in verità non possiede e per sentirsi parte di una élite intellettuale di cui, nei fatti, non fa parte per indegnità culturale e morale. Ma le apparenze, lo strillo, la facilità e la faciloneria parolaia valgono più di mille testi informati, approfonditi, semplici ma accurati, veri. Michele Serra è la testimonianza vivente che l’ignoranza, la faciloneria, il pregiudizio e il bullismo allignano in ogni settore, in ogni ceto sociale; anzi più si sale e più si è comodi e convinti, non si ha necessità di dover sbarcare il lunario con raziocinio, di guadagnarsi il pezzo di pane aguzzando l’ingegno, basta una penna spuntata e miserabile. Il sistema ci vuole idioti e conformi, solo così ci recluta, ci assume. I bulli, nella maggior parte dei casi, sono semplicemente persone non ancora formate, più stupidi che ignoranti, più seguite male dai genitori che appartenenti a ceti subalterni. I bulli possono essere anche ricchi rampolli di famiglie “per bene”, così come stupratori, assassini, bari, ladri e incompetenti (come in questo caso). Auguratevi di non diventare mai dei Serra o dei Merlo, questo vi renderà certamente persone migliori. Serra andrebbe semplicemente licenziato, per questo e per altre centinaia e migliaia di articoli del cazzo, ma non lo licenziano perché il sistema è fatto così; se ammannisci storielle che allietano e rassicurano le classi dominanti (leggasi leccare il culo n.d.r.) sei uno a posto, specialmente se fai finta di appartenere ad una certa sinistra radial chic.

Da molto tempo la stampa italiana ha abdicato al suo ruolo di garanzia per avvicinarsi a quello dello spettacolo, da troppo tempo i principali quotidiani italiani hanno adottato il sistema  alla Vittorio Zucconi e hanno dato adito a gente con pochi scrupoli di servirsi dell’informazione per carpire consensi e disinformare a propria convenienza (così come ha fatto il duo Grilleggio). D’altra parte non è un mistero che La Repubblica assuma gente di tale risma e non è un caso che il Serra scriva per la stessa testata di Zucconi e di quell’altra mente gloriosa di Francesco Merlo.

Soluzioni?

Ma questo sistema di cose, quest’andazzo, è ormai troppo complesso, non solo all’interno della nostra “democrazia”, della politica, del giornalismo e del lavoro, ma in ogni aspetto delle nostre società e, si sa, tanto è più complesso il sistema tanto maggiore è l’entropia. Se l’entropia può essere anche unità di misura del grado di conoscenza che abbiamo del sistema, è vero che il sistema è diventato (volutamente!) così complesso da incrementare talmente le informazioni mancanti e far crescere così l’entropia intesa quale mancata conoscenza del sistema.

Non c’è modo di modificare questo sistema, l’unica soluzione è tirarsene fuori e provare a crearne un altro, molto più semplice ed efficace del presente.

Sopravvivere dentro il sistema idiocratico

Se nessun Morpheus è venuto a tirarvi fuori da questa macchina infernale, se non avete trovato compagni pronti ad uscire con voi per ricostruire un modo a misura di gente sveglia, alcune possibilità di sopravvivenza all’interno esistono.

  1. La meno indicata, è una Lobotomia totale o una Lobotomia parziale entrando così di diritto nella zona confort.
  2. Scegliersi una posizione nel lato sinistro dello schema di Cipolla simulando stupidità e lasciando la patata bollente ad altri.
  3. Scegliere la posizione del Bandito e sperare che non arrivi un bandito più furbo di voi o un “pazzo” intelligente che vi faccia le scarpe.
  4. Seguire la via meno battuta, perché più complicata e lunga, e scegliere la posizione Intelligente, ricordandosi che comunque anche questa posizione “privilegiata” non è assolutoria, perché vi colloca pur sempre all’interno del sistema e non vi consente di scardinarlo.

Per chi abbia scelto le posizioni 2,3 e 4 i consigli sono i medesimi; leggere tanto, confrontare sempre più versioni di una notizia prima di formarsi un’opinione (o un preconcetto), non votare (o, se proprio si deve, non votare seguendo la pretesa legge del “voto utile”, informarsi sulla storia delle persone che si andranno a votare e tenere in poco conto comizi, discorsi e interviste varie), studiare, scavare, rompere le balle, non fidarsi, non farsi prendere dal panico e dall’isteria collettiva, evitare le masse (si sa le masse sono più idiocratiche del singolo!), non cedere mai.

 

 

 

 

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Comments

  1. palladinosimona@gmail.com   On   28 Aprile 2018 at 10:07

    Ottima guida, Armando! l’ho letta con piacere!! la tua posizione anarchica è condivisibile nell’era dell’idiocrazia!!


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