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Intitolata la sezione “Biblioteca delle donne” a Maritta Noto Mellina.

27 Ottobre 2019 Senza categoria


Si è tenuta ieri sera, presso i locali della Biblioteca Comunale “Villa Pisani” di Patti, la cerimonia di intitolazione della sezione “Biblioteca delle donne” a Maritta Noto Mellina.

Presentata da Anna Ricciardi, direttrice artistica del Tindari Festival, e da Fulvia Toscano, direttrice artistica di Naxos Legge, tale cerimonia, ampiamente partecipata dalla comunità, ha visto gli interventi del Sindaco di Patti, Mauro Aquino, della figlia di Maritta Noto, Bruna Mellina, del giornalista Massimo Scafidi, dell’editore Lucio Falcone, dell’On. Bernadette Grasso, assessore regionale ai beni culturali e dell’On. Ella Bucalo, deputato FdI alla Camera.

Maritta Noto Mellina fu un’insegnate e una donna intraprendente che, dalla fine degli anni 50 e fino agli anni 90, fu protagonista di una fervida stagione culturale pattese. Animatrice culturale instancabile, la si ricorda principalmente per le sue attività librarie (con la celebre libreria “Adelasia” gestita col marito Ennio Mellina e la figlia Bruna), artistiche (la galleria d’arte “Lo Stacco”) e musicali (fondatrice degli “Amici della Musica).

Ho chiesto al direttore artistico del Tindari Festival, Anna Ricciardi, di spiegarci le dinamiche che hanno portato alla nascita di questa iniziativa a Patti: “E’ nata grazie ad una sinergia che, in effetti, il Tindari Festival ha ormai da più anni con il Festival delle narrazioni Naxos Legge, diretto da Fulvia Toscano, la quale appunto ci invitava a far parte di una rete – che è nata dal 2015 in Sicilia – con biblioteche siciliane dedicate esclusivamente alle donne, quindi al mondo femminile; chiaramente nella sua eccellenza, nelle sue problematiche storiche e sociali, ma anche legate, chiaramente, a donne che hanno avuto un ruolo anche nel mondo della cultura. Nel momento in cui bisognava un po’ pensare a una dedica legata ad una donna d’eccellenza, al di là di figure della letteratura o del mito o figure di donne appartenute alla storia, per me è stato spontaneo pensare alla personalità di Maritta Noto Mellina, che è stata veramente un vulcano di idee, un centro propulsore di iniziative culturali a 360° nel corso degli anni 50 fino agli anni 90, quando poi, purtroppo, a causa della malattia, è scomparsa. Il ricordo di una donna così travolgente, che ha restituito tantissimo alla città, perché il suo lavoro mirava molto a rafforzare, a valorizzare l’identità culturale di Patti, per cui lei ha veramente speso energie in maniera instancabile. Quindi oggi, finalmente, questa dedica ufficiale, istituzionale, a Maritta Noto. Al di là del rapporto con Bruna Mellina, che ci ha restituito vari documenti, vari articoli a testimonianza dell’attività della madre, è stato significativo il racconto di tutti i pattesi che hanno vissuto quel momento glorioso e hanno vissuto veramente l’anima stupenda di Maritta Mellina, perché aveva un carisma davvero straordinario; quindi c’è stata anche unanimità, sotto questo punto di vista, da parte della città, che si è riconosciuta in un esempio veramente fulgido e, forse, anche antesignano, perché una donna che negli anni 60/70, per un piccolo paese siciliano, faceva già tutte le cose che lei sapeva fare, chiaramente è significativo.” Interpellata inoltre sulla collocazione e sul futuro di quest’ala dedicata alle donne, così ci ha risposto: “In questo momento è una piccola sezione, chiaramente, perché nascitura, all’interno della Biblioteca Comunale di Patti, ma ci sarà un secondo step in cui vorremo coinvolgere la città con, non solo delle donazioni, ma lanciare anche un appello a giovani ricercatrici, che lavorano sul territorio e che hanno fatto delle pubblicazioni o delle tesi dedicate a personaggi femminili o all’immagine della città, di donare questi studi alla biblioteca in questa sezione delle donne.

Ho posto diverse domande anche alla direttrice del Naxos Legge, Fulvia Toscano, co-ideatrice dell’iniziativa circa le motivazioni dell’iniziativa, sul futuro ed il funzionamento della stessa e sui rapporti col territorio pattese, facendole presente che mentre la ormai famigerata e fantomatica strada “Patti- Taormina” non riesce a decollare, è un bene costruire e consolidare collegamenti e legami culturali fra le due sponde della provincia messinese: “L’idea, in verità, è partita da me e dalla professoressa Marinella Fiume, che è la coordinatrice della sezione femminile di Naxos Legge che abbiamo intitolato “Le donne non perdono il filo”. Il punto di partenza nasce da un desiderio di storicizzare il ruolo delle donne sui diversi territori, quindi fare in modo che la memoria delle donne sia in qualche modo visualizzabile in un luogo – che è il luogo per antonomasia della cultura – che è la Biblioteca; quindi il nostro intento non è rivendicazionista o di cultura di genere in senso stretto, intanto è un’esigenza di storia delle donne, di recuperare alla memoria collettiva i ruoli, le funzioni, l’operatività di donne della cui cultura i territori hanno, spesso, beneficiato, ma sulle quali magari è caduta una coltre d’oblio; manca una storicizzazione del loro ruolo. A partire magari da personaggi femminili meno noti o comunque obliati o non degnamente riconosciuti, il nostro progetto mira a creare questi spazi o da creare ex novo o dentro biblioteche già esistenti; per esempio, la prima biblioteca delle donne è stata al Liceo Caminiti di Giardini Naxos, dove l’intitolazione, in verità, è stata ad una grande donna, immagine della cultura scientifica e filosofica, Ipazia di Alessandria. Da lì è nata l’idea di accostare alle biblioteche delle donne che possono nascere nei comuni, anche, in parallelo, biblioteche delle donne dentro le scuole. Cosa c’è in queste aree; sia libri scritti dalle donne sia libri, ovviamente, scritti sulle donne, quindi non è un intento sessista, cioè solo le donne, no, assolutamente, perché tanti uomini hanno contribuito e continuano a contribuire, con i loro studi importanti, al recupero e alla memoria delle donne; quindi un angolo in cui, chiunque voglia approfondire la scrittura delle e sulle donne, possa trovare una consistente quantità di testi messi insieme secondo un criterio che è un criterio ragionato, come si fa in tutte le biblioteche. Il secondo passaggio è quello di creare una rete di queste biblioteche, non solo per i prestiti online, per la circuitazione dei libri, ma anche per la circuitazione degli eventi; perché l’obiettivo è che poi, le biblioteche, che non devono restare zone morte, ma devono essere piuttosto zone franche, dove ci si può liberamente incontrare per discutere e approfondire, possano servire questa rete di eventi a fare circuitare scrittrici, studiose, storiche etc. L’obiettivo comunque è sempre quello di fare sistema, perché noi sappiamo bene che, tutto quello che funziona, funziona perché è messo a sistema; cioè ci vuole la continuità e la rete. Noi come Naxos Legge, siamo stati, fra le altre cose, anche piacevolmente ospitati, sempre a Patti, in occasione della presentazione della mostra su Quasimodo e i lirici greci, siamo stati invitati al San Francesco, dove abbiamo esposto la nostra mostra all’interno del bellissimo evento della “Patti Nobilissima Civitas”, quindi anche col territorio di Patti c’è una frequentazione assidua e una collaborazione costante anche all’interno del Tindari Festival con presentazioni di libri, perché questo è il metodo che Naxos Legge ha; un Festival autoprodotto che si muove con l’idea delle grandi e piccole sinergie su piccoli e grandi territori con eventi che possono diventare grandi solo se c’è la collaborazione di tutti. Patti e Taormina condividono la presenza di due teatri straordinari, quindi è quasi naturale dialogare tra la fascia ionica e tirrenica della provincia di Messina, ma noi lo facciamo anche con altri territori di altre province, perché, ripeto, è proprio il nostro metodo di lavoro quello di recuperare l’anima dei luoghi attraverso chi questi luoghi li vive. Noi non vogliamo essere degli U.F.O. che veniamo da fuori e proponiamo l’evento – io fra l’altro aborro questo termine – la manifestazione calata dall’alto, solo perché si è avuta la fortuna di avere il finanziamento e tu devi piazzare le manifestazioni, non funziona così. Per noi funziona che noi proponiamo ma poi creiamo sui territori , con la gente del territorio, che conosce e vive nella propria storia personale e collettiva la storia di quel territorio; creiamo delle sinergie e devo dire che fino ad ora la cosa ha funzionato benissimo, come dimostra questa straordinaria manifestazione che proponiamo stasera, nel nome di una donna che veramente ha fatto delle cose importanti, prima fra tutte quella di, insieme al marito, di ridare vita al teatro; una sorta di Tommaso Gargallo di Patti, cioè, così come Gargallo ha riesumato e rivitalizzato il teatro greco di Siracusa nei primi del 900, così la nostra Maritta ha fatto questo per tutti noi, non dico per i pattesi, perché restituire un teatro non è una proprietà dell’abitante del posto, restituire un teatro è un bene comune di tutta la Sicilia, di tutto il Mediterraneo e di tutti coloro che amano la comunità culturale. Ben vengano dunque questi momenti! Poi lei è stata anche un’animatrice culturale con una libreria, in un momento storico in cui le librerie chiudono, ricordare una donna che negli anni 50/60 apre una libreria, che intitola ad una donna, Adelasia, è straordinario. Oggi io la sento vicina, la sento qua e sento che lei sente che noi lo stiamo facendo veramente nel nome della cultura, che non ha sesso, però in questo momento, intitolarle una parte di questa biblioteca della sua città, per noi diventa un dovere culturale e un piacere. Le dico subito, per esempio, che proprio l’altro giorno siamo stati a San Teodoro, un piccolo borgo vicino Cesarò, in un territorio veramente di confine, tra Troina, quindi altre province, il messinese, i Nebrodi etc., dove delle giovani donne della pro-loco hanno aperto una caffè letterario in un posto straordinario, ecco anche lì noi intendiamo proporre la nascita di una biblioteca delle donne, in un piccolo paese nel cuore dei Nebrodi, anche di difficile accessibilità; ma lì noi faremo dei progetti. Questo progetto potrebbe portare ad una cosa molto importante, ad esempio con le scuole; spingere i giovani del territorio ad andare a scoprire le donne del territorio a cui potrebbero anche essere intitolate delle strade, perché, per esempio, statisticamente, la toponomastica è assolutamente maschile; se femminile quasi prevalentemente composta di regine, sante e la Madonna, per il resto donne della storia o donne che hanno fatto la storia anche con piccoli gesti (di solidarietà, di volontariato, di cultura), non sono raccontate nella toponomastica, perché no, dalla biblioteca delle donne potrebbe partire pure un progetto di questo genere.

Fra le numerose testimonianze raccolte, non potevo non chiedere le impressioni su questa intitolazione alla figlia di Maritta Noto Mellina, Bruna Mellina, che con molta umiltà e semplicità così ci ha risposto: “Io sono felice, ma non pensavo, ecco, che la mamma meritasse… oddio sì lo pensavo, ma è stata un po’ una sorpresa, piacevole, sono felicissima. Mia madre e mio padre lavoravano sempre in sinergia, avevano tanti interessi in comune; poi ognuno aveva la sua professione, mio padre avvocato e mia mamma insegnate però poi tutto il resto lo facevano insieme e in qualche cosa mi univo io, come ad esempio nella libreria, io la gestivo però “la mente” erano mia mamma e mio padre. Mia madre era una donna che non so che cosa non facesse; si interessava di tutto senza parò mai intrufolarsi nelle cose… lei trovava interesse in tutto, dal suo lavoro di insegnante alle cose di cosa, ai viaggi, al lavoro di mio padre, perché collaborava con lui, ad esempio la sera, facevano due, tre ore di corrispondenza, mio padre dettava e mia madre scriveva a macchina mentre i fornelli erano avviati per la cucina del giorno dopo, perché lei preparava la sera, essendo l’indomani a scuola. Ha avuto tanti pensieri anche per il paese; lei avrà visto, ad esempio, non so, la statua di Padre Pio a Patti; se l’è messo in testa di farla e, con le amiche che la coadiuvavano, sono riuscite a raccogliere la cifra (che fu abbastanza alta) per fare il monumento. Una mattina disse a mio padre <<Dobbiamo fare un monumento a padre Pio Ennio! C’è in tutti i paesi, qua a Patti ci vuole pure!>>, mio padre con i piedi per terra e rispose: <<Maritta, ma ti redi conto di quanto costa un monumento in bronzo?>> e lei<<non ti preoccupare, li troveremo! Padre Pio ce li farà trovare, intanto tu metti i primi!>>; era così, tutto cuore. Ricordo gli anni in cui fu nel comitato centrale del Movimento Sociale, poi qui a Patti la politica attiva la faceva di più mio padre, ma lei collaborava e io pure, facevamo tutto in sinergia. Per quanto riguarda la libreria, l’anima è stata Melo Freni, perché quando allora volevamo aprire questa libreria mio padre si rivolse a lui e lui propose una libreria di tipo cittadino, senza libri scolastici, con gli incontri letterari e con delle mostre di pittura che poi infatti abbiamo realizzato. Lui è dispiaciutissimo di non potere essere qui perché non sta bene però interverrà telefonicamente. Mia madre era una donna iperattiva, tant’è che a 71 anni se n’è andata; io penso che quello che ha fatto lei in quegli anni, in 70 anni, un altro l’avrebbe realizzato in due o tre vite, si occupava veramente di tutto. Coinvolgeva senza però essere pesante, aveva un carattere tale per cui trascinava. Ho raccolto e donato alla biblioteca tutto il materiale che ho potuto trovare, perché purtroppo tante cose sono andate disperse durante il trasloco di mio padre.”

Il Sindaco di Patti, avv. Mauro Aquino ci dice: “Intanto ritengo una bellissima iniziativa quella di aver voluto evidenziare, nell’ambito di una biblioteca, una sezione dedicata espressamente alle donne; non soltanto alle autrici ma anche a storie, a figure di donne contenute volumi, in libri qui raccolti e, nell’ambito di quest’iniziativa, ci è sembrato assolutamente naturale intitolare questa sezione a Maritta Noto, che è stata una donna straordinaria, assolutamente precursore dei tempi. Una donna che si è molto spesa per questa città, per la vita culturale di questa città e che ha lasciato, insieme a suo marito, un segno, ritengo, assolutamente indelebile. Quelli della mia generazione ricordano appena, ma, come dire, l’hanno conosciuta attraverso i racconti dei propri genitori; la libreria Adelasia, quella fucina di cultura che è stata la libreria Adelasia, ricordano la galleria d’arte con la presenza di tanti artisti contemporanei e non solo, ricordano le tante battaglie all’interno del Rotary, all’interno di Italia Nostra e, insomma, tutto quello che questa donna così straordinaria, così avanti rispetto ai suoi tempi e alla sua epoca, è riuscita a donare alla nostra città. Senza nulla togliere alle straordinarie persone che oggi, in maniera disinteressata, come per esempio Anna Ricciardi, si spendono per questa città, sì, figure come quella della professoressa Noto mancano, mancano molto e mi auguro che questa intitolazione possa essere da stimolo soprattutto per i più giovani, le più giovani, ad estrinsecare meglio la loro personalità, partecipare maggiormente alla vita pubblica, culturale e sociale della nostra città e a dare il loro contributo. Io sono convinto che ci siano, sì, assolutamente ci sono delle individualità straordinarie, mi auguro ecco che vogliano venire fuori, emergere e farsi conoscere ed apprezzare.

Breve giro di domante (invero con risposte più o meno comprensibili… diciamo da “decifrare”) anche all’Onorevole Bernadette Grasso, assessore regionale: “Io credo che questa è un’iniziativa importante, intanto non solo perché recupera la memoria e l’entità di un territorio e quindi l’espressione più grande che la cultura ha rappresentato in un certo periodo storico, ma propone anche questa rete di biblioteche e quindi è un punto di partenza; da un lato per recupere memoria storica e letteraria, ma dall’altro lato io credo che sia ed è importante il segnale che si è voluto dare perché tante donne si sono distinte, al pari degli uomini, nel mondo culturale, civile e politico ecco ed è un segnale per dire il contributo che le donne ne hanno voluto dare in tutti i campi. E quindi questa rete che si vuole creare, che vuole essere anche un momento letterario di guardare al futuro, ecco è un primo tassello e parte proprio da Patti perché la professoressa Noto ha rappresentato nel campo letterario, politico e sociale, negli anni dal 56 in poi, un punto di riferimento. Io mi farò perché il recupero dell’identità culturale , proiettata anche a trasmettere alle nuove generazioni, non solo future ma anche presenti, può essere e deve essere incentivato, perché forse in questi anni si è dato poco spazio ad iniziative culturali; sostenerle deve essere, secondo me, qualcosa da attenzionare; non riguarda il mio dipartimento ma con piacere mi farò portavoce e chiederò – è importante che anche i territori, per esempio i parchi archeologici nelle loro attività – possano promuovere delle iniziative come questa che possono nascere in ciascun territorio e fra loro fare rete. Se la Regione potesse, se il dipartimento dei Beni Culturali o l’Assessorato all’Istruzione e alla Formazione potessero creare, non so, un percorso di formazione nelle scuole, proprio all’interno di ogni scuola, delle biblioteche –sono proposte lanciate un po’ così, ma che vanno attenzionate– sarebbe bello. Oggi abbiamo vissuto un bel ricordo, ma non è solo il ricordo di una persona che ha rappresentato, ripeto, un fulcro dal punto di vista culturale, ma quello che può nascere, le altre iniziative che possono nascere da questa inaugurata oggi. Vedremo che contributo potrà dare la Regione, io però credo sia importante che queste non siano iniziative isolate; hanno un senso se sono iniziative che poi trovano aggregazioni.

Così, invece, sintetica ma efficace, L’Onorevole Ella Bucalo, deputato alla Camera per FDI: “Una bellissima iniziativa! Condivido che sia un punto di partenza e non sia semplicemente un momento commemorativo, che è dovuto ad una grande come lo è stata la professoressa Maritta, ma che sia anche un punto di partenza per tutte le donne, così come ho già detto poco fa nel mio intervento, molto ancora bisogna fare; una vera tutela per la donna, che finalmente abbia la possibilità di non rinunciare mai ad essere una donna lavoratrice, attiva e, nello stesso momento, anche una madre che possa tranquillamente occuparsi della famiglia. E questo lo deve attuare la politica, attraverso asili nido aperti ad orari che siano coincidenti con quelli della lavoratrice, con la possibilità di avere il part- time in tutti i settori, quindi pubblico e privato e soprattutto, poi per ultimo, come ho già detto, quello della tutela contro la violenza; questo ancora è un cammino tortuoso, purtroppo, è una realtà cruda che non può più aspettare, dobbiamo intervenire e si interviene facendo una politica di prevenzione e quindi una politica di cultura nelle scuole. Per me è importantissimo questo, cioè creare questi momenti e quindi dare la possibilità di questi centri, che non siano semplicemente delle biblioteche chiuse, in cui poche persone possono accedere ma che diventi veramente un fulcro, dove attiri i giovani, non solo a leggere ma a discutere, a vivere la cultura.

Toccante e significativo l’intervento telefonico dello scrittore e giornalista Melo Freni: “Si tratta di una persona che levò, a suo nome, la questione per un’avventura da affrontare, quella di offrire al suo paese, a Patti, l’occasione di uscire dal silenzio e rapportare alle sue possibilità l’occasione di una emancipazione e di un riscatto. Cosa di meglio se non creare un punto d’incontro, di riferimento che, nel nome della cultura, impegnasse autenticamente un paese? Così nacque la sinergia dei Mellina, Maritta e con lei Bruna ed Ennio, tre entusiasti con il cuore deciso fra l’avventura e la speranza, ma soprattutto, con la certezza di offrire un’occasione di crescita, una nuova possibilità di riscatto dal silenzio e dalla lontananza. Patti, in tal modo, visse una realtà sostenuta dal concorso di una adesione piuttosto collettiva che, con la disponibilità di un amico partecipe e disponibile, convogliò verso quella libreria, la Adelasia, presenze e firme fra le più conclamate del panorama letterario in quegli anni. Mi feci coinvolgere culturalmente ed affettivamente dagli amici Mellina e con l’affabile autorevolezza dei ruoli che ricoprivo nel campo della letteratura e del giornalismo in quegli anni, convogliai verso Patti presenze che corrispondevano ai nomi di Leonardo Sciascia, Michele Prisco, Mario Pomilio, Giorgio Saviane, Bartolo Cattafi, Emma Alaimo, Vincenzo Cerami, Franz Maria D’Asaro, Enzo Lauretta e così via, per un coinvolgimento possiamo dire a carattere nazionale, nella speranza che l’iniziativa segnasse a Patti e da Patti una scossa da quel sonno che i siciliani amano, come notava ed ancora continua a notare Il Gattopardo. Per cui, spenti i fuochi d’artificio e la festa, tutto ritorna nell’abbandono di prima. E’ stato proprio così! Anche per l’avventura di Messina, anche per Patti! Il caso della libreria Adelasia, ne rimane il rimpianto che riconsegna alla incapacità di un ultimo sogno proibito e così ci ritroviamo ancora sollecitati dall’amarezza di una realtà sfuggita a causa di un carattere svogliato e remissivo a fronte delle tante belle possibilità per potere guardare lontano anziché sognare. E’ Sicilia ed è pure nostalgia! Ciao Maritta!

Per quel che mi riguarda, per quanto possa interessarvi la mia personalissima opinione, ritengo l’iniziativa valida e l’intitolazione a Maritta Mellina quanto mai giustificata, avendo avuto modo, seppur in tenera età, di essere testimone diretto di quel fervore culturale che si era creato intorno alle attività della famiglia Mellina. Più che meritoria l’iniziativa delle direttrici Anna Ricciardi (non è per me una sorpresa… 10, 100, 1000 Anna Ricciardi per Patti) e Fulvia Toscano che ce la mettono davvero tutta nel volere animare una provincia in piena, quasi irrefrenabile, decadenza socio-culturale. Mi si consenta tuttavia di estrinsecare la mia notoria vis polemica (qualcuno tempo fa mi battezzò, probabilmente non a torto, “polemista di professione) anche in questo contesto di quasi totale (inclusa la mia naturalmente) approvazione sia dell’iniziativa che dell’intitolazione della stessa, circa alcune premesse, alcuni preamboli.

Antefatti, per così dire, che, seppur all’apparenza poco pertinenti, destano in me (e credo di averlo ribadito più e più volte nel corso di questi anni, con battaglie totalmente solitarie) più d’un dubbio e d’una preoccupazione circa la funzionalità, la praticità e la fruizione massiva della nostra amatissima biblioteca pubblica. Esisteva un tempo (neanche troppo lontano) una bellissima ed ampia sala conferenze al primo piano di Villa Pisani, con delle comode seggiole rosse con tanto di scrittoio e ribaltina; quella sala è stata fortemente ridimenzionata e trasformata. Ieri, così come nelle ultime recenti occasioni, siamo stati accolti nella sala dei cataloghi e dei prestiti, certamente poco spaziosa, e non parliamo di quelle sedie di plastica con la spalliera posticcia che scricchiola (in maniera anche fastidiosa per la fruizione delle varie iniziative) al primo tentativo di poggiarvici le terga. Nel corso del tempo, hanno fatto la loro comparsa diverse sale destinate ad associazioni e circoli vari o a musei virtuali (o presunti tali, o forse virtuali nel senso che forse, un giorno, virtualmente funzioneranno ma che nessuna anima vivente può testimoniare, in sincerità, di aver mai visto all’opera), logorando il già non troppo esteso perimetro che contiene il cuore vivo e pulsante di una qualsivoglia biblioteca, i libri! Ecco, il punto sono proprio i libri, le testimonianze scritte della nostra storia più recente (Storia con S maiuscola, seppur piuttosto recente), magari proprio quella inerente l’arco temporale ed i protagonisti di quegli stessi eventi che abbiamo celebrato ieri sera; ecco, molti di quei libri, seguendo regolamenti voluti non si sa bene se dal MiBACT o da quale altro ente delle decine e centinaia “competenti” in materia, stanno andando progressivamente al macero seguendo il metro di giudizio “ministeriale” della “sostituzione” in caso di prolungato inutilizzo. Capisco perfettamente che nessuna Biblioteca al mondo sia capace di mantenere il già accaparrato espandendosi all’infinito, ma qui il problema è che si eliminano volumi di una certa rilevanza per la nostra storia cittadina peraltro per sostituirli, nell’immediato, con alcunché e, per il futuro, con robetta più “gettonata”, quali gialletti e romanzetti vari più inclini al prestito. Ecco, mettendo da parte pedanterie, ordinamenti e regolamenti vari, un po’ di buonsenso nella dismissione di alcuni di quei volumi andrebbe considerato. Io, con questi miei occhi, ho visto inscatolati e pronti per essere mandati al macero alcuni libri di Melo Freni, che evidentemente sono stati considerati inutili in quanto non presi in prestito. Spero di aver salvato almeno quelli che ho potuto vedere coi miei propri occhi, chiedendo gentilmente all’incaricata della biblioteca di riconsiderare quella decisione e facendo presente quello che Melo Freni (sì, quel Melo Freni che è intervenuto telefonicamente ieri sera per ricordare Maritta Mellina) ha rappresentato e rappresenta ancora oggi per la nostra Patti, soprattutto in ambito teatrale.  Non sarei così fiducioso circa l’esito delle mie suppliche, anche perché l’addetta sembrò non riconoscere l’importanza di quell’autore, ma ho pur sempre una qualche flebile speranza. Ecco, approfitto dell’occasione per essere anche propositivo (perché la polemica senza soluzioni spesso è sterile e fine a se stessa) e chiedere a quanti leggeranno quanto modestamente e maldestramente riportato da me circa l’inaugurazione (magari qualcuno dei presenti alla cerimonia) di prendere in prestito dei libri random fra quelli mai o quasi mai presi in prestito da quando la biblioteca è aperta (credetemi ci sono e sono anche numerosi, io qualcuno in questi mesi l’ho capitato, preso in prestito per la prima volta da me)per salvarli da un ignobile destino, magari qualche libro scritto da personaggi locali più o meno dimenticati e/o più o meno riconsiderati in base alle circostanze.  Personalità come quelle di Melo Freni, Paolo Gazzara, Michele Stilo, la stessa Maritta Mellina, Peppuccia Carbone, Alfio Noto, Titta Sciacca, Filippo Irato etc., solo per fare alcuni esempi, dovrebbero essere preservate dalla memoria collettiva di questo paese, anche studiate nelle scuole possibilmente, perché ogni territorio ha la propria storia e le proprie radici, nonostante la dominante cultura massificatrice. Ora, per me, un libro di Melo Freni o di Paolo Gazzara, giusto per citare un paio di scrittori protagonisti del periodo da noi ieri evocato, sono decisamente più preziosi di libri come il “best seller” di Giulia De Lellis, coi quali, magari fra qualche anno, me li vedrò sostituiti negli scaffali della nostra biblioteca, punti di vista. L’auspicio è che questa inaugurazione possa rappresentare un nuovo punto di partenza, una svolta, un nuovo corso nella gestione di questa importantissima istituzione pubblica cittadina nella sua interezza.

Armando Di Carlo

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