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The Titan – Recensione (No Spoiler)

16 Maggio 2018 Articoli per NerdPlanet.it Cinema recensioni


Film freschissimo di lancio, distribuito da Netflix il 30 marzo dopo aver partecipato al Festival internazionale del film fantastico di Gérardmer, The Titan si inserisce nel filone fantascientifico post apocalittico.
Ancora una volta il famoso portale streaming conferma di voler puntare – o almeno tentarci – sulla fantascienza per arricchire la propria offerta e il proprio palmarès (convinzione rafforzata dall’uscita della serie TV “Salvation“). Il procedimento, da cui sembra sottrarsi solo il pretenzioso ma in fin dei conti inconcludente Annientamento, è sempre lo stesso: puntare tutto su trama, sceneggiatura, prove attoriali e regia. Ma non sempre la ciambella riesce col buco e, nel nostro caso, il fatidico buco non c’è, soprattutto perché a mancare è principalmente una regia solida.
Tuttavia il film riserva delle piccole sorprese, come quelle che si possono trovare nelle uova pasquali, principalmente dedicate ai cultori del genere e che potrete scoprire solo leggendo fino in fondo questa breve recensione.

TRAMA

In un futuro post apocalittico, la Terra è in difficoltà (anche se non ci è dato sapere il perché) e sembrerebbe che, per più di metà della sua estensione, presto non sia più in grado di sostenere la vita. Il pilota dell’aeronautica militare degli Stati Uniti d’America Rick Janssen viene scelto per un esperimento che lo tramuterà in un superumano, in un’evoluzione pilotata che dall’Homo Sapiens Sapiens farà sorgere l’Homo Titanicus, così da poter sopravvivere su Titano, uno dei satelliti naturali del pianeta Saturno. Nonostante la riuscita dell’esperimento, gli effetti collaterali metteranno in pericolo la vita di Janssen e della sua famiglia. Il soldato affronta ogni sorta di prova per salvare l’umanità, ma la moglie teme che stia perdendo la sua natura umana. Lui infatti, giorno dopo giorno, sta diventando sempre meno umano per via degli incroci genetici con altre specie animali, come i pipistrelli.

Il mattone e la cerniera

Pur essendo la trama semplice (fin troppo, ed anche abbastanza scontata), si dipana in maniera farraginosa ed estremamente lenta. Ad aggravare la situazione ci pensa una decisamente poco solida sceneggiatura che, a sua volta, non supportata da un’ambientazione variegata (tutto si svolge in un’imprecisata caserma della NATO), rende la pellicola davvero poco godibile.
Quando meno te lo aspetti, mentre tutto scorre come pensavi, ecco che ti spunta il soldatino mutato, dall’aspetto però decisamente familiare. Lo vedi uscire dalla sala operatoria dello scienziato pazzo di turno e hai un sussulto, un déjà vu istantaneo!

Un altro Alien

Sì, vedendo Janssen la tua memoria farà un doppio tuffo carpiato sia nel passato che nel futuro, esattamente nel 2012 e nel 2089. Non ci credi? Allora tuffati con noi! Quando saremo insieme sul trampolino, lì lì per tuffarci, ti ricorderemo una storia. La storia è quella di quel pianeta ignoto, dal cielo cristallino, che, all’improvviso, viene coperto dal volo di un disco volante, mentre una creatura aliena dai tratti umanoidi sta ingerendo un misterioso intruglio bioattivo a causa del quale finirà per disintegrarsi, precipitando in una cascata e innescando una reazione biogenetica col proprio DNA. Esatto, parliamo del Prometheus di Ridley Scott.

Cast

Una regia molto distratta quella di Ruff e, come detto, una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti, non supportano un cast di tutto rispetto che riesce, a tratti, a dare comunque prova di ottime doti attoriali, fatte di sguardi d’intesa, presenza scenica e ottima caratterizzazione dei personaggi. Ottima soprattutto la prova di Taylor Shilling nei panni della moglie di Rick Janssen, apprezzabili quelle di Sam Worthington (anche se abbiamo potuto ammirarlo in ruoli meno anonimi, ad esempio in La furia dei Titani, per rimanere in tema) e di Tom Wilkinson, perfetto nei panni dello scienziato disposto a tutto pur di raggiungere il proprio obiettivo.

Conclusioni

Se sei un fan sfegatato della saga cult anni 80 Alien, il tuffo di pochi secondi ti varrà gli altri 96 minuti di attesa, in caso contrario ti sconsigliamo la visione. L’idea folgorante sta tutta qui, nel ribaltare le conclusioni che si potevano trarre da Prometheus e che gli stessi personaggi del film davano per buone. Ma il regista Lennart Ruff non è Ridley Scott e si vede chiaramente. Nel lungometraggio di Scott infatti due archeologi, nel 2089, scoprivano sulla parete di una grotta una mappa stellare dipinta, pari a quella di molte altre culture antiche non collegate. I due hanno interpretato questa mappa come un invito da precursori della vita sulla Terra, gli “Ingegneri”. Proprio la mappa però rende difficile immaginare che possa essere stata realizzata dal soldato mutante in questione e rende molto più facile la certezza che trucco e parrucco di questo film si siano “ispirati” quasi totalmente a quelli di Prometheus, cambiando solo pochi dettagli (orecchie e mani, in The Titans immaginate come quelle di un anfibio). Ma le strane “coincidenze” con Prometheus, a partire dalla morale antimilitaresca e dalla lotta fra sviluppo scientifico ed etica, non si fermano qui. Titano è un satellite di Saturno, così come LV-223 è una luna dell’immaginario gigante gassoso Calpamos in cui è ambientato Prometheus. In sostanza un’occasione mancata per rinverdire questo filone, oramai forse un po’ troppo stantio e saturo.

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